Da Calidius, tutto è caldo

Texte en français


Tradotto dal francese con ChatGPT (per favore segnalare gli errori).

Inscription de L. Calidius Eroticus and Fannia Voluptas (CIL IX.2689). Dédicace: L. Calidius Eroticus | sibi et Fanniae Voluptati v(ivus) f(ecit).
IIscrizione di L. Calidius Eroticus e Fannia Voluptas (CIL IX.2689). Dedica: “L. Calidius Eroticus a se stesso e a Fannia Voluptas in vita lo ha fatto”.

La pietra riprodotta qui di seguito, risalente alla fine del I secolo d.C. e trovata ad Aesernia, a 170 km a sud-est di Roma, era chiaramente progettata per attirare l’attenzione dei viaggiatori. Iniziando dalla dedica: “In memoria di Lucius Calidius Eroticus e sua moglie Fannia Voluptas”. Essendo l’italiano una lingua che conserva parole dalla stessa radice, probabilmente non è necessario spiegare il significato di questi nomi…

Si tratta di una pietra tombale, come sembra suggerire la forma, o di una pubblicità di un’ostessa scherzosa? I commentatori sono indecisi.

Va detto che il resto del testo non è convenzionale per un monumento funerario. Si tratta di uno scherzo, illustrato dal rilievo sottostante. Racconta la storia di un’ostessa – probabilmente Calidius Eroticus – e del suo cliente in partenza.

Il testo dice:

copo, computemus.
habes vini Ɔ I, pane[m] | a(sse) I, pulmentar(ium) a(ssibus) II.
convenit.
puell(am), | a(ssibus) VIII.
et hoc convenit.
faenum | mulo, (assibus) II.
iste mulus me ad factum | dabit.

Ciò significa:

– “Coppa, facciamo i conti!
– Hai preso una misura di vino, del pane: 1 asse. Per lo stufato: 2 assi…
– D’accordo.
– …per la ragazza: 8 assi.
– Anche questo va bene.
– Il fieno per il mulo: 2 assi
– Questo dannato mulo mi rovinerà!”

Sotto il regno di Tiberio, un operaio guadagnava 16 assi al giorno di lavoro. Quindi, per il lettore romano, la barzelletta si basa sia sul prezzo molto elevato della prostituta rispetto al resto dei beni consumati, sia sulla reputazione del mulo, animale indispensabile ma poco amato nell’antichità.

Si può anche vedere che la locanda di Eroticus offriva non solo alloggio e cibo come servizio. All’interno dell’Impero romano, dove i viaggiatori e i commercianti percorrevano lunghe distanze, era una pratica comune. La caupona era spesso un hotel, un ristorante e un bordello. Del resto, gli autori latini attribuiscono tutti i vizi agli osti, che spesso erano ex schiavi. Quanto alle padrone di casa e alle serve, vengono sistematicamente assimilate a streghe e prostitute.

Graffiti CIL IV 4957

Un graffito a Pompei –qui sopra– testimonia l’incomodità e l’insalubrità di questo tipo di luoghi:

Miximus in lecto, fateor, peccavimus, hospes; Si dices quare, nulla matella fuit

“Abbiamo fatto pipì a letto, ammetto, aubergiste; se vuoi sapere il motivo, non c’era una pentola da notte!”

Si capisce meglio perché le locande erano frequentate solo dagli uomini di bassa condizione. I ricchi e i patrizi preferivano essere ospitati da amici, secondo una vecchia tradizione romana di ospitalità.


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