Tradotto dal francese
All’ingresso del panificio di Modestus a Pompei[1], due targhe incastonate nel muro salutano i clienti al loro arrivo. La prima, a destra, è relativamente discreta. Raffigura un fallo disposto orizzontalmente, senza esuberanza. L’altra, a sinistra, è molto diversa: l’organo è totalmente sproporzionato rispetto alle dimensioni del suo portatore. Quest’ultimo, a braccia alzate, tiene in una mano un sacchetto di monete e nell’altra un oggetto non identificato[2].
Qualche strada più avanti, il panificio probabilmente appartenente a Caio Giulio Polibio non è da meno[3]. Qui, sopra il forno, il fornaio ha scelto di collocare una targa di terracotta decorata con un fallo eretto. Un’iscrizione completa la raffigurazione: Hic habitat felicitas. “Qui si trova la felicità”, che significa felicità, ma anche fertilità, fecondità e fortuna.
Falli ovunque, disgrazie da nessuna parte
Chiunque abbia passeggiato per Pompei saprà che i panettieri non hanno il monopolio della “baguette”: ovunque si notano rappresentazioni di arti virili.
Questo, tuttavia, non aveva una diretta connotazione sessuale. Per i Romani, il fallo era un simbolo di fertilità, protezione e potere. Non solo rappresentava la forza virile, ma svolgeva anche un ruolo apotropaico, cioè si pensava che avesse la capacità di allontanare le influenze negative come il malocchio. Queste virtù sono incarnate dalla divinità greco-latina Priapo[4], le cui rappresentazioni sono immediatamente riconoscibili.
Ridere allontana dal malocchio
La sproporzione visiva degli attributi maschili permetteva di catturare lo sguardo e di suscitare sorpresa e ilarità. Questo rafforzava l’efficacia del portafortuna: chi ride non fa male.
Nel contesto della panificazione, allontanare la sfortuna assume un significato particolare. La mancata fermentazione o lievitazione del pane rappresentava una grave minaccia per il lavoro e il sostentamento del fornaio.
Nel pensiero arcaico, il miracolo della lievitazione dell’impasto era direttamente associato alla fertilità grazie al simbolismo della fermentazione. La lievitazione, che “gonfia” l’impasto, era vista come una metafora della crescita e della riproduzione. Questo processo di trasformazione, in cui l’impasto prende volume, evocava il potere creativo e la fertilità, temi centrali nella religione romana e nei riti agricoli legati alla prosperità. Il pane, prodotto di questa trasformazione, è un simbolo di vita.
[1] PompeiiinPictures, VII.1.36 Pompeii. Modestus Bakery.
[2] Thomas R Blanton Iv. Apotropaic Humor: The Fresco of Priapus in the House of the Vettii. Archimède : archéologie et histoire ancienne, 2022, Le phallus dans l’Antiquité (HS n° 2), pp.167- 182.
[3] PompeiiinPictures, VI.6.17 Pompeii. Bakery and dwelling house.
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