Tradotto dal francese con ChatGPT (per favore segnalare gli errori).

La pietra riprodotta qui di seguito, risalente alla fine del I secolo d.C. e trovata ad Aesernia, a 170 km a sud-est di Roma, era chiaramente progettata per attirare l’attenzione dei viaggiatori. A cominciare dalla dedica: “Lucius Calidius Eroticus ha fatto realizzare l’iscrizione da vivo per sé e per sua moglie Fannia Voluptas”. Essendo l’italiano una lingua che conserva parole dalla stessa radice, probabilmente non è necessario spiegare il significato di questi nomi…
Si trattava di una stele funeraria, come sembra suggerire la forma, oppure di un’insegna pubblicitaria ironica di un oste? I commentatori sono indecisi.
Va detto che il resto del testo non è convenzionale per un monumento funerario. Si tratta di uno scherzo, illustrato dal rilievo sottostante. Racconta la storia di un oste -probabilmente Calidius Eroticus- e del suo cliente in partenza.
Il testo dice:
copo, computemus.
habes vini Ɔ I, pane[m] | a(sse) I, pulmentar(ium) a(ssibus) II.
convenit.
puell(am), | a(ssibus) VIII.
et hoc convenit.
faenum | mulo, (assibus) II.
iste mulus me ad factum | dabit.
Ciò significa:
– “Coppa, facciamo i conti!
– Hai preso una misura di vino, del pane: 1 asse. Per lo stufato: 2 assi…
– D’accordo.
– …per la ragazza: 8 assi.
– Anche questo va bene.
– Il fieno per il mulo: 2 assi
– Questo maledetto mulo mi rovinerà!”
Sotto il regno di Tiberio, un operaio guadagnava 16 assi al giorno di lavoro. Quindi, per il lettore romano, la barzelletta si basa sia sul prezzo molto elevato della prostituta rispetto al resto dei beni consumati, sia sulla reputazione del mulo, animale indispensabile ma poco amato nell’antichità.
Si può anche vedere che la locanda di Eroticus offriva non solo alloggio e cibo come servizio. All’interno dell’Impero romano, dove i viaggiatori e i commercianti percorrevano lunghe distanze, era una pratica comune. La caupona poteva fungere da locanda, ristorante e bordello, allo stesso tempo. Del resto, gli autori latini tendevano spesso ad attribuire ogni vizio agli osti, che erano spesso ex schiavi. Quanto alle ostesse e alle cameriere, erano molto spesso assimilate a streghe e prostitute.
Mancanza di pentolino

Un graffito a Pompei –qui accanto– testimonia l’incomodità e l’insalubrità di questo tipo di luoghi:
Miximus in lecto, fateor, peccavimus, hospes; Si dices quare, nulla matella fuit
“Abbiamo orinato nel letto, abbiamo sbagliato, oste, lo riconosco. Se vuoi sapere perché, è perché non c’era un vaso da notte!”
i capisce meglio perché le locande erano frequentate soprattutto da uomini di bassa condizione. I ricchi e i patrizi preferivano farsi ospitare dagli amici, secondo un’antica tradizione romana di ospitalità.
- La stele è oggi conservata al Museo del Louvre (inv. MA 3165).
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