Tradotto dal francese
Una domanda per menti acute: chi ha inventato il “coltellino svizzero”? Contrariamente a quanto si possa pensare, la risposta non è nella domanda e il know-how svizzero in questo campo è di gran lunga stato battuto. Addiruttura da precursori romani.
Ma prima di tutto, definiamo la cosa. Ciò che rende così speciale il cosiddetto coltello romano detto “svizzero” è l’inserimento in un solo attrezzo tascabile un insieme di strumenti – almeno due – che possono essere utili come stoviglie da viaggio, ma non solo.
Mentre coltelli pieghevoli e servizi gemelli, con un cucchiaio ad un’estremità ed una forchettina all’altra[1], sono stati ritrovati relativamente di frequente dagli archeologi, gli oggetti contenenti più utensili sono molto rari. Sono stati rinvenuti quattro esempi.
Il primo si ritiene sia nella cassaforte di un collezionista svizzero: nessuna immagine, nessuna informazione, andiamo avanti

Proprietà di un medico
Il secondo è certamente il meno noto tra gli esemplari visibili. È esposto al museo di Targovichté in Bulgaria. Sarebbe stato di proprietà di un medico romano del III secolo d.C., poiché è stato trovato in una tomba con strumenti chirurgici. Tuttavia, è improbabile un suo utilizzo per scopi medici: non è chiaro quale uso potessero avere il cucchiaio e la forchetta, articolati sullo stesso asse, in un simile contesto.

Raschietto per il cibo… o plettro per le orecchie?
L’esemplare conservato dal Fitzwilliam Museum di Cambridge[2] è molto simile all’oggetto bulgaro. Anch’esso è datato del III secolo e possiede pure lui una lama di coltello.Per il resto, troviamo il cucchiaio e la forchetta sullo stesso asse, oltre a tre utensili il cui uso è oggetto di dibattito: una spatola a forma di goccia, un punteruolo e un’asta che termina con una palla. Per gli uni, si tratta di utensili da tavola per usi specifici: estrarre la carne dalle lumache o grattugiare il cibo.Per gli altri, invece, erano utilizzati per la cura del corpo. La piccola spatola a forma di goccia è considerata un auriscalpium, o plettro per le orecchie.

Sette utensili in tasca
ll quarto esempio è quello più documentato[3]. Fu rinvenuto nel 1917 dall’archeologo Pietro Barocelli in una tomba intatta della necropoli di Nervia nell’antica Albintimilium, oggi Ventimiglia, in Liguria. Risale al II secolo ed è esposta al Museo archeologico della città. Al momento della scoperta, l’unicità dell’oggetto sollevò dubbi sulla sua autenticità. Ma, come si è visto, non è più unico.
È anche il più completo, poiché oltre ai sei utensili già presenti sugli altri esemplari, presenta un utensile unico: un piccolo colino, probabilmente destinato a filtrare il vino.
Quando nel 1921 lo svizzero (ri)inventore del coltello tascabile multilama scelse il nome per la sua azienda[4], accoppiò due parole: una moderna -Inox- e l’altra latina -Victoria, in memoria di sua madre. Il che però fa eco anche all’inventiva vittoriosa romana che lo ha preceduto.
[1] Si veda l’esempio del III secolo esposto al Metropolitan Museum of Art di New York, cucchiaio e forchetta in argento: Silver spoon and fork
[2]Fitzwilliam Museum: Guarda, pensa, fai, coltellino svizzero romano: Roman Swiss Army Knife
[3] Vedi Servizio di posate da viaggio sur TaccuiniGastrosofici.it
[4] Storia di Victorinox.
Ottobre 2023, riproduzione vietata
Altri articoli del blog Nunc est bibendum